Il Tribunale minorile di Roma con una sentenza ha accolto il
ricorso di una coppia omosessuale che richiedeva l’adozione della figlia di una
delle due conviventi da parte dell’altra partner.
È la prima sentenza in
Italia che legalizza l’adozione di una figlia ad una coppia gay, lesbica in
questo caso. Personalmente ne sono contenta e non mi scandalizzo. Poi bisogna
anche pensare che si tratta della bimba naturale di una delle due donne, e che
quindi era anche normale che rimanesse con la madre, all’interno di una
famiglia positivamente consolidata. Questa è stata anche la motivazione
principale che ha portato i giudici a fare questa scelta. Un'altra riflessione
da fare è che ci sono diverse coppie omosessuali che in precedenza hanno avuto
figli da un matrimonio o da una precedente relazione in un momento della vita
nel quale avevano ancora le idee confuse (o più chiare, dipende dai punti di
vista). Quindi situazioni del genere in Italia esistono già, solo che non sono
riconosciute.
Certo, tale decisione dei giudici rappresenta un’anomalia nel
tessuto della società italiana, per più punti di vista. Difatti, con tale
decisione non si è solo legalizzata l’adozione di una bimba da parte di una
coppia lesbica, ma si è legalizzata proprio la coppia omosessuale, di fatto,
riconoscendola.
Vorrei chiudere con una domanda: se i giudici non avessero
fatto questa scelta, sarebbe cambiato qualcosa nella vita di quella bambina?
Risposta: Sicuramente no, da un punto di vista affettivo, di organizzazione di
vita, e di educazione. Ma sarebbe cambiato qualcosa in negativo da un puto di
vista di tutele e di diritti. Se dovesse rimanere in vita solo la madre
adottiva, la bimba potrà rimanere con il suo secondo punto di riferimento, ed
averne anche il riconoscimento dei diritti di figlia.
Angela Pensword 30/08/2014
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